La via Romea Germanica Imperiale: da Trento ad Arezzo, passando anche per Bastiglia

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La via Romea Germanica Imperiale: da Trento ad Arezzo, passando anche per Bastiglia

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Anche un piccolo centro dell’Emilia può far parte di grandi itinerari turistici, culturali e religiosi, addirittura internazionali. È il caso di Bastiglia.

Pochi sanno che la piccola città di Bastiglia, piccolo paese in provincia di Modena, è inserita in un itinerario di antica data e di antica fama, detto La Via Romea Germanica Imperiale. Si tratta di una rotta di 600 km, oggi percorribile oltre che in bicicletta, anche a piedi, ma che anticamente era percorribile per buona parte a cavallo. Essa costituisce a tutti gli effetti un vero e proprio pellegrinaggio, che si inserisce con pari dignità tra gli altri forse più noti e blasonati, quali: il Cammino di Santiago, attraverso la Via Francigena della Costa Ligure; la Via Francigena, che a Montefiascone si unisce alla Via Romea Germanica; il Cammino di Sant’Olaf, attraverso Romweg in Germania che significa semplicemente via di Roma e Jerusalem Way in Austria; la Via Francigena del Sud, detta la Porta di Gerusalemme. 

Per la cronaca, la Via Imperiale Germanica aderisce alla EAVRG (European Association of the Via Romea Germanica e alla Federcammini.

Via Romea Germanica Imperiale – Via Romea Germanica Imperiale

La Via Romea Germanica Imperiale attraversa quattro regioni italiane collegando Trento ad Arezzo, passando per una provincia autonoma, una città metropolitana e ben 65 comuni. Si può dire che suo complesso essa rappresenti la materializzazione di un viaggio nel tempo della durata di 2 mila anni, durante i quali si sono avvicendati molti avvenimenti a cui dobbiamo l’Italia di oggi. Dal punto di vista turistico si incontrano innumerevoli bellezze sia architettoniche, sia naturali. Ma non si possono non citare i distretti e le produzioni di rilievo mondiale.

 

Ma perché esiste questa Via Romea Germanica Imperiale? In realtà oggi, specie in questo frangente, è più corretto parlare del progetto IMPERIALE-VRG. Esso nasce con l’intento di offrire al più grande numero possibile di pellegrini (e laici) la possibilità di intraprendere, a piedi come in bicicletta, quella che è considerata una delle più antiche viabilità che collegavano il Nord Europa a Roma, la stessa via percorsa nei secoli passati da innumerevoli personaggi e per innumerevoli esigenze. Non solo quindi per commerci e spostamenti militari, ma anche per diletto, studio e ricerca personale, da parte di pittori e studiosi della classicità, scrittori, poeti e pellegrini. Tutto ciò, in un crescendo che ha finito per elevare questo itinerario a grande e moderna arteria stradale ed autostradale: la famosa “Abetone-Brennero”.

 

È interessante notare che il termine Imperiale è legato a figure di imperatori: il primo imperatore romano Augusto, a cui tra l’altro è dedicata la via Claudia Augusta che va da Augsburg al fiume Po; gli imperatori della dinastia Ottoniana, Salica e Hohenstaufen che dalla Germania percorsero questa strada per giungere a Roma e ricevere l’incoronazione dal Papa; Federico Hohenstaufen -lo Stupor Mundi- a cui dobbiamo il magnifico castello che si può incontrare a Prato.

Analogamente, l’acronimo VRG è costituito dalle iniziali delle parole Via, cioè grande infrastruttura stradale; Romea, che indica la meta; Germanica, che indica la provenienza geografica. Tra l’altro, la Via Romea Germanica è il nome dell’itinerario compito dal monaco Albert di Stade, un sistema di vie a cui proprio l’Imperiale aderisce e per il quale è in corso il riconoscimento della U.E. come “Cammino di interesse Culturale Europeo”.

Va notato infine che l’Imperiale nasce dall’iniziativa di istituzioni storico-culturali, esperti ed appassionati di cammini italiani ed internazionali, mentre la sua gestione operativa è assicurata da gruppi di volontari che forniscono anche l’assistenza ai pellegrini ed agli escursionisti. L’intera tappa, da Trento ad Arezzo per 560 chilometri per l’esattezza, può essere percorsa in bicicletta in un tempo che va dai 4 agli 8 giorni, ma l’organizzazione è in grado di offrire un’immensa varietà di proposte a seconda dei tempi, dei modi e degli interessi di chi intende cimentarsi in questa avventura anche spirituale.

Va sa sé che i luoghi di interesse sono praticamente infiniti, tenuto conto della storia, degli eventi religiosi e dei cambiamenti politici che hanno interessato e condizionato quelle regioni. Ma qualche punto di nostro interesse precipuo va evidenziato: ci riferiamo alla tappa che vede centralmente Modena, transitando proprio per Bastiglia. A parte la notorietà di Modena, città ducale e patrimonio UNESCO, per il Duomo e la torre Ghirlandina, è opportuno menzionare Sassuolo per i due “bracci” della via Vandelli -che nel ‘700 innovò il modo di costruire le strade- collegando il Ducato Estense con il Mar Tirreno, attraverso tracciati paesaggisticamente notevoli oltre che piacevoli, che conducono in graduale salita a Pavullo nel Frignano. Da qui, poi, inizia il Cammino Devozionale di San Bartolomeo che unisce diversi luoghi dedicati all’Apostolo, tra cui Fiumalbo e Cutigliano. Di tutti i percorsi, il tratto appenninico è il più impegnativo dal momento che partendo dal livello del mare esso giunge fino ai 1400 metri di altezza del Passo dell’Abetone. 

Ma noi abitanti della Bassa sapremo riconoscere con familiarità -dopo aver apprezzato le eccellenze storiche, culturali, architettoniche, culinarie e paesaggistiche che abbiamo via via incontrato- le atmosfere brumose e melanconiche suscitate dalla pianura padana attraversata dai suoi fiumi, con i loro alti argini realizzati per difendere la pianura dalla furia delle piene, così come lo ha ben descritto il grande Riccardo Bacchelli.

 

Redazione: Gruppo Studio Aurora © Riproduzione riservata

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