Riscaldamento a pavimento: vantaggi, particolarità, attenzioni e considerazioni.

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Riscaldamento a pavimento: vantaggi, particolarità, attenzioni e considerazioni.

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Il calore si propaga nell’ambiente per irradiazione: si tratta di onde elettromagnetiche che appartengono al dominio dell’infrarosso, che percepiamo ma che non vediamo. La luce invece appartiene ad una gamma di frequenze elettromagnetiche che vediamo; i differenti colori della luce sono dovuti a frequenze visibili ma di lunghezza d’onda differente. Il motivo per cui assieme alla luce percepiamo anche del calore -quando ci poniamo sotto il sole, ad esempio- è perché assieme alle frequenze visibili sono mischiate delle frequenze infrarosse che sono invisibili ma percepibili. Come per i raggi luminosi anche i raggi di calore si possono riflettere su delle superfici a specchio (si tratta del fenomeno dell’irraggiamento); questa proprietà può essere sfruttata per aumentare il rendimento dei sistemi di riscaldamento.

Per un principio fisico basilare l’aria calda tende a salire verso l’alto: si tratta del fenomeno della convezione (da non confondersi con convenzione). L’aria calda è più leggera, infatti, di quella fredda e tende a disporsi al di sopra degli strati più freddi. 

Si capisce quindi che l’ideale per riscaldare un ambiente sarebbe di avere una fonte di calore posta il più in basso possibile, in modo da poter sfruttare il moto naturale dell’aria calda, la quale migrando da sola verso l’alto scalderebbe automaticamente l’ambiente circostante.  

È sulla base di questi princìpi che nella seconda metà degli anni ’90, tecnologia dell’epoca permettendo, sono nati i cosiddetti impianti di riscaldamento a pavimento.

Si tratta, come lo si intuisce, di sistemi di riscaldamento d’ambiente che non si avvalgono dei soliti caloriferi a muro, ma che prevedono una rete di tubi annegata nel pavimento nella quale scorre dell’acqua riscaldata. Il vantaggio principale risiede nel fatto che -a parità di valore di temperatura ambientale ottenuta- l’acqua da fare circolare nei tubi sotto il pavimento può essere molto meno calda rispetto a quella che circola nei caloriferi tradizionali. 

 

A proposito di questi ultimi è il caso di illustrare la principale differenza tra i modelli in ghisa e quelli in alluminio. In sostanza, se non vi sono esigenze di arredamento, sono preferibili i caloriferi in ghisa per la loro capacità di conservare il calore; i caloriferi in alluminio, come anche quelli in acciaio, si scaldano prima ma si raffreddano prima. Quanto ai costi, non vi è oggi una differenza sostanziale tra i vari tipi di caloriferi, siano essi di ghisa, di alluminio o d’acciaio.

Tornando al riscaldamento a pavimento, c’è da dire che si tratta di un’idea nota da tempo immemore (il concetto che lo sorregge è piuttosto intuitivo), dal momento che ha trovato applicazione addirittura nelle civiltà Cinesi, Egiziane e Romane. Il fatto che questo principio vincente di riscaldamento ambientale abitativo si sia esteso in maniera sensibile solo in un tempo molto vicino al nostro (appena qualche decennio fa’) è dovuto essenzialmente ad una tecnologia e a materiali che tardavano a conoscere il perfezionamento necessario.

Per marcare la differenza, si pensi che oggi è ormai possibile realizzare un impianto di riscaldamento a pavimento anche in una casa finita ed abitata, nata con un impianto di riscaldamento tradizionale a caloriferi; ciò, senza dover rimuovere le piastrelle esistenti, ma rinunciando solo a pochissimi centimetri d’altezza del pavimento: sostanzialmente, si tratta di posare sul vecchio pavimento un nuovo pavimento -molto tecnologico- composto di piastrelle che incorporano dei tubi (in cui scorrerà l’acqua calda), le quali s’incastrano l’un l’altra attraverso un gioco di connettori maschio e femmina. Si tratta ovviamente dell’estremizzazione di un impianto di riscaldamento a pavimento, perché è certamente più comodo e conveniente realizzarlo ex-novo in sede di costruzione edilizia. Dal punto di vista della funzionalità non vi è differenza. 

Come si può ben immaginare le soluzioni costruttive sono molteplici, tutte tendenti ad ottimizzare un qualche aspetto, ma l’obiettivo finale è il medesimo: far circolare nell’impianto di riscaldamento ambientale a pavimento dell’acqua calda, 24 ore su 24, anche se ad una temperatura piuttosto modesta, che spesso non supera i 20…30C°. Sullo stesso principio si fonda il riscaldamento ambientale a pavimento elettrico, con la differenza che al posto dei tubi vi sono delle resistenze elettriche. 

Occorre tener presente all’atto della scelta del tipo di sistema di riscaldamento che qualsiasi impianto di tipo “sommerso” è per sua natura molto critico in caso di riparazione. La valutazione va sempre fatta tenendo in considerazione tutti i fattori, non solo quello del risparmio di gestione, che in questo caso può essere davvero molto interessante. Nel quadro d’insieme del “sistema completo” la scelta deve portarsi su una caldaia del tipo a condensazione, che può anche risultare di limitata potenza tenendo conto del modesto fabbisogno di energia da parte di questo genere d’impianto di riscaldamento. 

Tuttavia, a fronte di un risparmio ipotizzabile del 25% all’anno della componente energia (gas) va considerato un maggior costo d’impianto del 50%. Inoltre, ad incidere sui costi da preventivare vi è la necessità di una manutenzione rigorosa e “critica”, nel senso che le operazioni vanno eseguite con la massima scrupolosità per evitare che piccoli elementi di disturbo finiscano per creare problemi fastidiosi (muffa, cattivi odori, ecc. con conseguente maggior necessità di arieggiamento dei locali).

 Non meno critica deve essere la meticolosità della costruzione (resistenza del pavimento allo schiacciamento, realizzazione del piano di calpestìo a più strati, necessità di un massetto in calcestruzzo con funzione di conduttore e trattenitore termico, possibilmente scelta del grès). 

Contro-bilanciano questi aspetti alcuni vantaggi interessanti, tra cui la maggior libertà degli arredi ma soprattutto il fatto che lo stesso impianto di riscaldamento a pavimento può vantaggiosamente fungere da impianto di raffreddamento in estate, anche qui accontentandosi di acqua fredda e non ghiacciata come nel caso dei condizionatori d’aria. 

 

Redazione: Gruppo Studio Aurora © Riproduzione riservata

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