Caldaia a condensazione spiegata in poche e semplici parole

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Caldaia a condensazione spiegata in poche e semplici parole

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Tutti sappiamo cos’è una caldaia: in sostanza, si tratta di un dispositivo in cui vi è del fuoco acceso e dell’acqua che viene scaldata da questa fonte di calore. L’acqua, diventata più o meno calda, sarà fatta circolare, quindi, attraverso altri dispostivi (serpentine, caloriferi, ecc.) in modo da cedere il proprio calore all’ambiente. Ciò, per contribuire a creare quel confort necessario alla nostra vita. Il problema è che -a parte il mezzo per procurarci questo calore, che può essere anche della legna da ardere- produrre calore costa. Si tratta pertanto di cercare di spendere il meno possibile, e per arrivare a questo obiettivo è giocoforza tentare di aumentare il rendimento del dispositivo che genera il calore.

Cos’è il rendimento? È semplicemente il rapporto tra quanto ottengo e quanto spendo. La ricerca del miglioramento del rendimento delle macchine che ci circondano è da sempre l’obiettivo principale dell’uomo inserito in un sistema in cui interagisce. Per macchine, s’intendono non solo le automobili, ma tutte; dal frigorifero al tosaerba, dalla lavatrice al ferro da stiro. Tutte le macchine sono consumatrici di energia.

A proposito di automobili, forse pochissimi sanno che il rendimento del motore termico -cioè il motore a combustione interna, a benzina o diesel- è poco più del 25 per cento. Questo significa ogni 100 Euro di carburante inserito nel serbatoio, 75 andranno perduti, sotto forma di calore essenzialmente (i gas di scarico) e di attriti (trasmissione, pneumatici, ecc.). È vero che un po’ di quel calore che produce il motore per poter funzionare lo possiamo sfruttare per riscaldare l’abitacolo, ma è davvero cosa minima. Per pura curiosità, il motore elettrico ha un rendimento che supera abbondantemente il 90 per cento; peccato che per immagazzinare e trasportare l’energia che gli occorre per animare un mezzo mobile servono delle batterie di grande potenza, che rappresentano il peggior modo possibile di conservare l’energia; per non parlare del loro altissimo costo, dalla produzione allo smaltimento. 

 

Tornando alle nostre caldaie, il problema è molto meno grave rispetto al caso del motore termico in quanto il lavoro della caldaia è proprio quello di produrre calore; si tratta quindi di ricuperare tutto quello che si può affinché il calore prodotto venga utilizzato il più possibile. Ciò, perché anche le caldaie non riescono a rendere tutto il potenziale termico di cui dispongono. Questo succede perché le caldaie bruciano un combustibile, evacuando i residui della combustione attraverso il cammino. Per pura curiosità, il rendimento della stufa elettrica è del 100 per cento. Ciò, in quanto essa ha l’unico compito di produrre calore direttamente; ed è quello che fa, senza nessuna perdita.

Quanto conviene la caldaia a condensazione?

Ecco quindi che, attraverso il miglioramento delle tecnologie e dei materiali -unitamente alla caduta dei relativi costi- agli inizi degli anni ’60 si affacciano sul mercato delle caldaie dette di nuova generazione (poi, attraverso gli anni, con l’avvento dell’elettronica di consumo e l’affinamento delle metodologie, anch’esse assumeranno delle classificazioni in funzione del proprio rendimento energetico). 

Il principio è semplice: si tratta di recuperare in maniera economica il potere calorifico (o almeno la maggior parte di esso) dei prodotti residui della combustione, che vengono -come nel caso del motore termico dell’automobile- letteralmente gettati via: sono i fumi di scarico che escono dai camini (più tecnicamente, dalle canne fumarie). L’energia che si riesce a recuperare equivale a poco più del 10 per cento, il ché -considerato l’uso praticamente continuativo della caldaia per riscaldare l’ambiente nella stagione fredda- non è assolutamente poca cosa. Si stima che l’uso di una caldaia a condensazione al posto di una caldaia tradizionale -tralasciando casi particolari di impianti combinati con altri sistemi di generazione del calore- possa raggiungere persino il 30 per cento di risparmio in bolletta.

In poche parole, i fumi residuali della combustione -che sarebbero da disperdere nell’ambiente attraverso la canna fumaria- vengono fatti ricircolare interno della caldaia stessa in un dispositivo chiamato scambiatore primario, trasformandosi in condensa dopo essersi raffreddati per aver ceduto il calore che possedevano.

Come funziona la caldaia a condensazione per riscaldamento con doppio  scambiatore | Enerkal

In realtà, il vero progresso ottenuto è frutto anche dell’integrazione di una forma di A.I. (Artificial Intelligence) seppur a livello minimale. Con questo, ci riferiamo alla possibilità che ha la caldaia di agire in base a piccoli passi progressivi nello svolgere il suo lavoro. Per meglio capire, diciamo che il funzionamento di una caldaia di vecchia generazione tradizionale è di tipo On/Off, cioè acceso o spento, mentre le caldaie a condensazione dosano man mano la loro risposta in base alla richiesta. Questo dosaggio graduale è fonte di risparmio; addirittura, le ultimissime caldaie a condensazione sono ancora più parsimoniose, in quanto la suddivisione della loro risposta in termini di richiesta di calore è ancora più raffinata, arrivando a far guadagnare un ulteriore 5 per cento; proseguendo con il parallelo dell’automobile, è un po’ la “rivoluzione” -in termini di consumi- ottenuta con l’avvento dell’alimentazione a iniezione (prima meccanica, poi elettronica) rispetto a quella a carburatori.

 

I dispositivi di riscaldamento domestico più recenti si avvalgono anche di valvole termostatiche installate sui radiatori, oltre che di sofisticati termostati elettronici. Spesso, è anche previsto il comando e il monitoraggio da remoto grazie al WiFi, il ché contribuisce ulteriormente a perfezionate i risparmi conseguiti. 

Redazione: Gruppo Studio Aurora © Riproduzione riservata

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