Sistemi di Allarme per abitazioni spiegati in poche e semplici parole

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Sistemi di Allarme per abitazioni spiegati in poche e semplici parole

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Un sistema di allarme ha fondamentalmente la funzione di segnalare un evento o una presenza accidentale. Può trattarsi della presenza indesiderata di qualcuno o di qualcosa, oppure di una precisa situazione di pericolo, quale ad esempio produzione di fumo, fuoriuscita di liquido o altro fenomeno fisico.

Il principio di base è quello di comunicare nel più breve tempo possibile il determinarsi della situazione di anormalità o di pericolo, grazie ad un sistema in grado di controllare una situazione o un ambiente. 

Le variabili possono essere moltissime: si può aver bisogno di controllare un determinato ambiente e non un altro, anche se tutti e due fanno parte di un ambiente più grande; oppure, può essere necessario poter controllare l’apertura di alcune finestre o porte, ma non di altre; o ancora, di potere tenere alcune socchiuse per esempio in estate. Ecco che, allora, sarà necessario disporre di un particolare dispositivo in grado di controllare una finestra anche se socchiusa. 

In alcuni casi può essere necessario controllare che non vi siano presenze inopportune in un ambiente, malgrado l’esistenza di animali domestici. Anche qui, il sistema antifurto dovrà avere la capacità di distinguere le differenze morfologiche tra i differenti corpi vivi. Infine, può essere necessario che l’impianto antifurto riesca a controllare anche altri ambienti distaccati dall’abitazione, come può essere per esempio un’autorimessa.

In tutti i casi possibili e immaginabili l’obiettivo finale è sempre quello di prevenire o interrompere un’azione criminosa o una situazione potenzialmente pericolosa, come può essere ad esempio un’uscita incontrollata d’acqua o una fuga di gas; i casi sono davvero moltissimi. L’imperativo fondamentale è che l’intervento venga attuato con la massima celerità.

Tutto ciò, per dire che non è sufficiente segnalare un allarme se poi non vi è nessuno ad intervenire il più velocemente possibile. 

Da qui si deduce l’importanza e la necessità irrinunciabile che l’impianto d’allarme sia collegato con le Forze dell’Ordine. Queste ultime richiedono tassativamente che esso sia stato realizzato da un professionista e non da un hobbista anche se evoluto. Ciò, in quanto vi sono delle precise normative che riguardano gli impianti d’allarme: ad esempio, le segnalazioni acustiche non devono superare determinati livelli sonori e non protrarsi oltre un certo tempo massimo

Le Forze dell’Ordine richiedono che venga rilasciata loro la Dichiarazione di Conformità dell’impianto, intendendo con questo che l’impianto d’allarme sia oggetto delle necessarie verifiche manutentive periodiche, atte a garantire nel tempo sia la funzionalità dell’impianto-stesso, sia il suo adeguamento nel tempo alle possibili variazioni normanti la materia.

Attraverso gli anni questi impianti hanno conosciuto un’evoluzione tecnologica notevole, che ne ha ampliato le funzioni fino a farli diventare dei sofisticati sistemi di controllo e sorveglianza in tempo reale h24.

Paradossalmente, i costi (anche di istallazione) non sono variati di molto (tenuto conto anche dell’evoluzione del costo della vita), mentre la loro affidabilità ha raggiunto livelli di grande sicurezza.

Perciò, da ora, è più corretto parlare di impianto di sorveglianza e antifurto. Ciò, in quanto è ormai quasi automatico integrare un moderno impianto di questo tipo con apparecchiature atte non solo a proteggere aperture e ingressi, ma anche a far vedere, ascoltare e registrare ciò che succede negli ambienti sorvegliati

Il collegamento dell’impianto di sorveglianza e antifurto con le Forze dell’Ordine e con il titolare dell’impianto si può realizzare in vari modi: per via telefonica tradizionale cablata in rame o fibra (per mezzo di un combinatore telefonico automatico), via VoIP, WiFi o radio al fine di lanciare i necessari messaggi audio e di messaggistica. 

Ai dispositivi di segnalazione esterni è opportuno abbinare una o più sirene interne agli ambienti, per creare il massimo disturbo possibile agli ipotetici malintenzionati.

Le possibili soluzioni esecutive sono davvero molte; si tratta di aver il buon senso di limitarsi al necessario, pur mantenendo la possibilità di ampliare successivamente l’impianto, in base alle proprie nuove necessità. La semplicità è in ogni caso la regola da privilegiare, in quanto in caso di interventi emergenziali la praticità e la velocità sono qualità vincenti: si pensi alla fretta con cui va tacitato un allarme lanciato o partito per errore, al fine di evitare un intervento inutile delle Forze dell’Ordine. E così pure se si vuole lanciare manualmente un allarme di richiesta soccorso alle Forze dell’Ordine (tramite un apposito pulsante che deve assolutamente essere previsto).

Infine, è il caso di mettervi in guardia nel caso si verifichi una situazione di grande tensione e pericolo, come quella descritta qui di seguito, la quale necessita da parte vostra tutto il sangue freddo di cui si è capaci, oltre ad una grande padronanza di sé e doti di… attore!

Si tratta di questo: 

Malgrado il sistema antifurto sia entrato correttamente in funzione, avete finito -per una serie di circostanze- per ritrovarvi faccia a faccia con i malviventi. Questi ultimi vi impongono di azzerare immediatamente l’allarme e di non esternare minimamente la loro presenza. Tuttavia, l’allarme è pervenuto automaticamente alla polizia. Quest’ultima sa bene che quasi la metà degli allarmi che ricevono sono falsi-allarmi, dovuti ad inesperienza, errore, o casualità; perciò, vuole evitare di mobilitare a vuoto una pattuglia. Per questa ragione, la polizia ha l’abitudine di richiamare il numero da cui è partita la segnalazione, così come sa che l’utente che risponde potrebbe essere sotto minaccia. 

Pertanto, la loro prima domanda è sempre questa: “Tutto bene?”. 

Dovete a questo punto sfoderare tutta la vostra capacità di recitare e rispondere fingendo la massima naturalezza, con la voce più calma e neutra possibile: “No, grazie”.

Al ché, dall’altra parte del filo, vi sentirete controbattere: “Sicuro? Dobbiamo intervenire?”. 

Qui, dovete attendere un paio di secondi come se il vostro interlocutore stesse ancora parlando; quindi, dovrete rispondere: “Sì, si… grazie!”. E chiudere immediatamente la comunicazione. 

In ogni caso cercate di prendere tempo e assecondate in tutto il o i malviventi per non farli innervosire (potrebbero essere drogati e non essere in grado di avere reazioni controllate). 

La polizia interverrà con tutti i riguardi possibili e nella massima discrezione; voi, cercate di agevolare l’uscita e la fuga dei malviventi, ma mantenetevi sempre in posizione di sicurezza, al riparo di una coltellata o di una revolverata. 

La consapevolezza di questa manovra e di queste cautele potrebbe evitarvi di subire danni fisici. 

Redazione: Gruppo Studio Aurora © Riproduzione riservata

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